IL RITO DEL CAFFÈ
Qualunque sia l’occasione, chi è ospite deve ”per forza” gradire un caffè. Un dovere da cui nessuna padrona di casa napoletana si può esimere anche se si sta preparando per il matrimonio dei propri figli. Così in mezzo a tutto il ”bordello” di arrivi e congedi, è normale che la donna lasci tutti e tutto per armeggiare con la macchinetta che in alcune case è ancora quella classica fatta di latta. E mentre l’acqua, si prende il suo tempo passando attraverso il filtro, sembra quasi che si celebri un rito fatto di primi commenti sulla giornata di festa.
A casa dello sposo l’argomento principale sono i sacrifici fatti per portare avanti quel figlio tanto amato. Dalla sposa, invece, il liquido profumato versato nelle tazze induce a qualche pettegolezzo, o meglio "cofecchia“, che quasi sempre comincia così: "avete visto, ancora deve arrivare… stà facendo tardi, …ma chell’ò fà apposta pè fà gli ultimi dispetti! Dovete sapere…quella è gelosa perchè ha trovato un gioiello di giovane, è bella e pò è figlia a me…! E poi…non ha cacciato un centesimo."
Infatti non manca mai quella piccola dose di sfarzo raccontando alla vicina di casa di quanto è costato l’abito, il pranzo e le bomboniere di limonge firmate Pignatelli. Intanto arriva il parrucchiere con la truccatrice mentre noi dopo aver ascoltato tutto preoccupati, gli imponiamo anche qualcosa da bere e perchè no, qualcosa anche da mangiare, magari una bella mozzarella di bufala con un pò di pane. Eh già, perchè senza la pancia piena e senza quel caffè non si carbura, potremmo anche lavorare male e, specialmete con l’ansia, se la sposa caratterialmente è uguale alla mamma e magari, per completare il quadro, è anche brutta come il padre!
GLI ADDOBBI PER I MATRIMONI
L'USANZA PARTENOPEA
Nel giorno in cui si pronuncerà il “SI” la casa della futura sposa, inevitabilmente, si trasforma in una serra! L’usanza partenopea, infatti, è quella che impone ai conoscenti, non invitati direttamente al matrimonio, di inviare un cestino di fiori accompagnato da qualche sentita… frase di auguri. Fatto sta che, spesso e volentieri, i vicini del quartiere si viene a creare quasi una gara del “chi mette ‘a n’goppa”, mirando ognuno a far si che il proprio omaggio sia considerato il più bello. Ecco arrivare, allora, enormi composizioni dai colori sgargianti a cui si aggiungono le rose rosse inviate dallo sposo, che possono arrivare fino ad essere 99. Certo l’effetto scenico è di quelli che stupiscono, ma c’è sempre qualcuno che, entrando in quella casa, non potrà fare a meno di esclamare che puzza e camposanto!”
IL PACCOTTO A NAPOLI
COSA E’ IL PACCOTTO?
Il paccotto a Napoli dovrebbe essere solo un’antica usanza, figlia del dopoguerra, un frutto della fame, delle privazioni. Infatti il pranzo al ristorante rappresentava la cuccagna e, quello che non si riusciva a mangiare si portava via in contenitori procurati per l’occasione. Esiste ancora un altro termine di paccotto, o meglio “o’ paccotto”, per dirlo in lingua madre, esso non è altro che una vera e propria truffa eseguita a regola d’arte. La vittima del paccotto viene raggirata mediante un pacchetto che contiene di solito dei mattoni di argilla a forma di parallelepipedo, di dimensioni e peso ben definito. Facile che nella zona di Piazza Garibaldi alla Ferrovia, come in qualsiasi altra parte di Napoli, potreste essere avvicinati da persone che vi lasciano credere di essere dei fortunati ‘inciampati’ per caso lungo la strada di alcuni sfigati che si sono trovati del materiale costoso tra le mani e che vorrebbero liberarsene perché di losca provenienza, ovviamente ricavando una cifra ridicola, inferiore al valore commerciale dell’oggetto. Possono essere mostrati oggetti di piccolo volume come macchine fotografiche, videocamere, telefoni cellulari più o meno costosi, oro, gioielli, orologi di marca ecc. La roba vi viene mostrata in modo furtivo e circospetto. Vi verrà mostrata la merce che intendete comperare togliendola dal suo imballaggio originale sotto i vostri occhi e voi avrete modo di vedere la merce realmente esistente.
Quando iniziano le trattative per la vendita il venditore ricompone il pacchetto mettendoci la merce dentro. A questo punto voi cercherete di tirare sul prezzo ed è sufficiente un’attimo di distrazione da parte vostra che, con l’aiuto di un complice, il pacchetto viene sostituito sotto i vostri occhi con uno identico e dello stesso peso di quello originale ma che contiene, come già detto, solo il mattone. Ma chi vi ha fatto il pacco sa che non potrete esporre alcun tipo di denuncia perché, secondo la legge, si era intenti ad acquistare roba di provenienza sospetta, quindi si corre il rischio di essere perseguiti per incauto acquisto. Questa descritta è solo la variante classica del paccotto. Per conoscere altri tipi di varianti più conosciute si rimanda al film “Pacco, doppio pacco e contropaccotto” di Nanni Loy, con Leo Gullotta, Marina Confalone, Enzo Cannavale. Ma ovviamente è un campo in continua evoluzione, soprattutto grazie alle sempre nuove tecnologie. Quindi nessuno mai potrà offrire un vademecum completo di definizione del paccotto, per intenderci meglio, non è altro che un pacco con delle sorprese.
MA TU VULIVE A PIZZA?
GLI SPOSI VOLEVANO LA PIZZA
Anche se ad attenderli c’è un luculliano buffet, gli sposi: Bruno, noto pizzaiolo Napoletano e la moglie Antonella, non rinunciano mai a quella pasta leggere e morbida cosparsa di fior di latte e… “pùmmarola ‘n‘gòppa”.
Così la tappa ai tribunali alla Pizzeria Sorbillo o alle storiche pizzerie di Napoli, diventa l’occasione buona per qualche foto originale e per fermarsi, che con quell’ inebriante profumo di basilico sono riuscite ad attirare noti attori ed anche i più importanti Capi di Stato.
Alla classica Margherita qualcuno preferisce il cosi detto ” Calzone imbottito fritto“, dai tempi della guerra chiamato ” pizza oggi a otto “, praticamente pizza a credito “mangi oggi e paghi dopo otto giorni”, fatto con mozzarella, cicoli (ciccioli), ricotta e pepe, che la bella Sofia Loren nell’anno 1954, impastava nel celebre film L’oro di Napoli, con Vittorio De Sica, Totò, Eduardo De Filippo, Paolo Stoppa e Silvana Mangano. A rilanciare il meccanismo per la gente del quartiere di Via Tribunali, la nota pizzeria Sorbillo ripropone l’usanza. Infatti, spiega Sorbillo, che è il momento di essere solidali, vendere la pizza oggi a otto, cioè far credito, significa dar fiducia e credere nella città e nei napoletani. In questo periodo di grande crisi economica e di collasso del sistema economico nazionale e internazionale come al solito al Sud si soffre più degli altri.
Quindi cosa importa se si è agghindati a festa…! La pizza è una cosa seria e va mangiata rigorosamente con le mani, pure a rischio di una macchia sull’abito bianco o sul vestito del grande pizzaiolo
LO SCIOPERO FERMATO
Per il “ SI “ i disoccupati di Napoli hanno sospeso il presidio del Duomo.
Gli sposi Anna e Andrea, si sono fermati davanti agli striscioni, facendosi fotografare dopo le nozze in segno di solidarietà con i manifestanti, anche per ringraziarli del loro grande cuore. Mai nessun matrimonio è stato tanto affollato come quello di Anna e Andrea. Erano a migliaia, dentro e fuori il Duomo di Napoli. Con striscioni e cartelli inneggiavano, auguravano, applaudivano gli sposi. Però, in realtà, non li conoscevano nemmeno. Quello che io, Mimmo Fontanella, sto per raccontarvi è il matrimonio più imprevedibile che abbia mai scattato. Nel senso che gli sposi avevano previsto tutto ciò che era prevedibile per una cerimonia come questa, ma il fatto che il Duomo potesse essere occupato da una manifestazione sindacale proprio nel giorno fissato per le nozze non l’avevano proprio previsto. Il presidio degli eurodisoccupati, come si sono definiti i manifestanti, è stato sospeso dopo laboriose trattative, giusto il tempo per consentire agli sposi di pronunciare il fatidico “SI”. Poi gli sposi se ne sono andati, salutati dal lungo applauso degli ottomila manifestanti e il Duomo è tornato ad essere presidiato. Non deve stupire questo clima, nella realtà di Napoli. Migliaia di disoccupati, ormai al culmine della disperazione per la mancanza di prospettive di lavoro, hanno organizzato manifestazioni un pò ovunque, ma Napoli è sempre Napoli e il suo cuore rimane comunque grande: davanti a una coppia di sposi anche i disoccupati si sono sentiti in dovere di collaborare, partecipare, salutare, applaudire, unirsi a loro e farsi fotografare tutti in gruppo. Napoli è così, col suo cuore e con la sua straordinaria capacità di improvvisare: è l’arte di arrangiarsi commuovendosi e commuovendo tutti, compreso il grande Eduardo.