MIRACOLO DI SAN GENNARO
IL MIRACOLO DI SAN GENNARO
Tra gli ospiti della celebrazione officiata dal cardinale Crescenzio Sepe anche il vescovo metropolita Aristarch di Kuzbass-Kemerovo, nella Siberia sud-occidentale. Con lui anche padre Mikayl, cappellano della comunità russo-ortodossa di Napoli, e il vescovo vietnamita Giuseppe Do Manh Hung. Tra le autorità religiose locali, i vescovi ausiliari di Napoli Lucio Lemmo, Gennaro Acampa e Salvatore Angerami; il vescovo di Benevento Felice Accrocca e il vescovo di Acerra Antonio Di Donna. Tra le autorità civili, il sindaco di Napoli e presidente della Deputazione di San Gennaro, Luigi de Magistris, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca; l’ex sindaco ed ex governatore Antonio Bassolino, i principi Camilla e Carlo di Borbone e il ministro svizzero per gli Affari diplomatici e politici, Pietro Lazzeri. Presente anche il grande giornalista Alessandro Cecchi Paone, devoto al Santo Patrono.
Nella cappella dove sono custodite le ampolle del sangue di San Gennaro i fedeli applaudono e gridano al miracolo avvenuto. Il sangue del santo, ha detto il cardinale Sepe, “era già sciolto quando l’ho prelevato dalla teca”. Sono le 10.38 quando Sepe annuncia che c’è stata la liquefazione del sangue, precisando che quando alle 10 ha preso le ampolle il sangue era già liquefatto.
In questa città, ha detto Sepe durante l’omelia, non tutti possono beneficiare delle stesse opportunità di crescita sociale. I poveri sono considerati cittadini a metà. La mancanza di lavoro è la causa di queste diseguaglianze ed è anche causa della grave crisi di legalità.
Il crimine organizzato, prosegue il cardinale, è la piaga più purulenta da estirpare, perché capace di contaminare e offendere un corpo sociale già debole e provato. Contro questo continuo tentativo di oltraggio alla nostra città oggi celebriamo la festa del nostro patrono per affermare con forza che i mercanti di morte e i professionisti della violenza non prevaranno sulla dignità, la pace e la civile convivenza. Oggi constatatiamo che, accanto a modelli di vita tradizionale, vanno affermandosi linguaggi, stili di vita e simboli che propongono nuovi orientamenti, spesso in contrasto con il Vangelo di Gesù”